Questo articolo è dedicato alla consapevolezza, e a come possiamo cambiare il mondo attorno a noi cambiando le nostre convinzioni e programmazioni mentali. Se non avete ancora letto il libro di Joe Dispenza “Cambia l’abitudine di essere te stesso” ve lo consiglio, è un must nella biblioteca di chi ha deciso di osare nella propria vita! Joe è specializzato in neurologia, biologia cellulare, formazione della memoria, epigenetica, neuroplasticità e psiconeuroimmunologia, ed è formatore e divulgatore di fama mondiale.
Gli studi più recenti su cervello, mente e coscienza da un lato e le scoperte della fisica quantistica dall’altro confermano che la nostra mente è in grado non solo di modificare l’espressione dei nostri geni, ma anche di influenzare la realtà intorno a noi. A prima vista può sembrare un’impresa impossibile, perché per la sua fisiologia il cervello “resiste” al cambiamento, che percepisce come una minaccia per la sopravvivenza. Tuttavia gli studi sulla neuroplasticità dimostrano che cambiare è possibile: occorre dapprima cambiare “modo di pensare” e prefiggersi un modello ideale di noi diverso e migliore di quello attuale. Ma andiamo con ordine e partiamo da alcune interessanti nozioni relative al funzionamento del cervello.
Si calcola che nel cervello umano ci siano ca. 100 miliardi di neuroni, e che ogni neurone possa stabilire da 50 a 10.000 collegamenti o sinapsi con altri neuroni. (oltre 1 milione di miliardi di sinapsi). Il cervello è strutturato per riflettere tutto quello che conosciamo del mondo esterno: ogni conoscenza ed esperienza, ogni relazione con le persone che abbiamo conosciuto, ogni azione e comportamento sperimentati in luoghi e tempi diversi, sono immagazzinati nel cervello attraverso milioni di connessioni sinaptiche, che creano “percorsi neuronali”. In qualche modo i ricordi collegati al nostro mondo ci inducono a riprodurre sempre le stesse esperienze: ecco perché si dice che l’ambiente esterno controlla la mente.
La nostra personalità è il risultato dell’attivazione di una determinata serie di circuiti neuronali, in particolare quelli che abbiamo attivato più frequentemente di altri fino a diventare abitudini automatiche e inconsce. E’ molto più della semplice routine: non solo i pensieri sono ripetitivi, ma anche gli atteggiamenti e i sentimenti che proviamo. Quando ripensiamo ad una forte esperienza emotiva, si attivano gli stessi circuiti cerebrali della prima volta in cui l’abbiamo vissuta: in un certo senso programmiamo la nostra mente in base al passato.
Secondo gli psicologi l’identità di un individuo è completamente formata verso i 35 anni, quando abbiamo memorizzato un insieme di comportamenti, convinzioni, atteggiamenti, reazioni emotive, abitudini, capacità, associazioni di idee e di ricordi, che a questo punto sono programmati dentro di noi a livello inconscio. A 35 anni il 95% della nostra personalità è formata da una serie di programmi subconsci divenuti automatici, sui quali la mente conscia non ha più molto controllo: appena produciamo un pensiero, una sensazione, una reazione, il corpo inserisce il pilota automatico.
Le neuroscienze hanno dimostrato che i nostri pensieri producono sostanze biochimiche (neurotrasmettitori, neuropeptidi, e ormoni) che innescano reazioni fisiche nel corpo coerenti con i pensieri stessi (per approfondire leggi l’articolo “Molecole di emozioni”). Tra cervello e corpo si instaura una sorta di sincronicità: mentre iniziamo a sentirci nel modo in cui pensiamo, cominciamo anche a pensare nel modo in cui ci sentiamo. Quando mente e corpo agiscono all’unisono, il prodotto finale è il “modo d’essere”, parte integrante della nostra identità: quante volte ci identifichiamo con il modo in cui pensiamo o ci sentiamo in un dato momento? Sono arrabbiato, sto male, sono insicuro…il corpo sviluppa dipendenza da qualsiasi emozione (esattamente come succederebbe con la droga).
Questo concetto ha una portata enorme! Per fare un esempio, una persona potrebbe voler essere felice, libera, in salute, ma l’aver sperimentato per molti anni sofferenza e dolore, unito all’assuefazione alle sostanze chimiche legate al dolore prodotte dal corpo, ha condizionato a livello inconscio il corpo a reiterare sempre lo stesso stato. In queste condizioni diventa molto difficile essere felice, liberi o in salute.
Se per caso la nostra mente conscia cerca di riguadagnare il controllo, l’ordine chimico interno si rompe. Il corpo invia segnali al cervello per dissuaderci dai nostri obiettivi: il 5% della mente conscia lotta contro il 95% della mente inconscia.
Abbiamo visto che senza la collaborazione tra mente e corpo non può esserci cambiamento. Ciò accade quando non siamo più consapevoli di ciò che pensiamo, facciamo o sentiamo. Dobbiamo quindi riuscire ad allineare le intenzioni della mente con le reazioni del corpo. Com’è possibile?
Il cambiamento passa attraverso tre fasi: pensare, fare, ed essere.
Per approfondire: https://drjoedispenza.com/ e https://www.facebook.com/joedispenzaitalia/