Il concetto di tossiemia è alla base della comprensione dell’approccio igienista alla salute e si deve a John Henry Tilden (1851-1940), uno dei principali igienisti americani.
Nella visione igienista la tossiemia è all’origine di tutte le malattie, ovvero un accumulo eccessivo di tossine che il corpo non è più in grado di smaltire a causa dell’esaurimento dell’energia nervosa.
Uno stile di vita errato (poco riposo, eccessivo lavoro, stress, mancanza di una buona respirazione o di adeguato esercizio fisico, errata alimentazione che dà luogo a digestioni prolungate, putrefazioni e fermentazioni) causa la graduale perdita di energia nervosa. Ad un certo punto il corpo non ha più la forza per espellere i veleni tramite gli organi emuntori (fegato, pelle, reni, intestini e polmoni) e comincia ad intossicarsi. Le tossine si accumulano nei fluidi, nei tessuti, organi e articolazioni fino a quando si supera il punto di tolleranza e subentra la malattia.
La natura ci ha dotato di meccanismi perfetti: in condizioni di “tossiemia” il corpo si protegge attraverso il meccanismo dell’inappetenza (per impedirci di introdurre cibo che non ha energie per digerire) e della debolezza, togliendo energia ai muscoli per darla a fegato, reni e polmoni per effettuare la pulizia del sistema.
Tale meccanismo è istintivo nel bambino e non andrebbe mai forzato. Ma in tempi moderni l’uomo adulto ha perso la capacità di ascoltarsi e ignora i segnali del corpo: a questo punto l’organismo attua la seconda strategia di difesa, la malattia acuta (vomito, diarrea, eruzione cutanea, febbre – attraverso la febbre alta il corpo brucia i rifiuti interni), ovvero un modo violento per espellere le tossine.
Se interveniamo con i medicinali per eliminare i sintomi acuti, interferiamo con le strategie naturali del corpo per eliminare le tossine, aprendo la strada alle malattie croniche.
Il corpo utilizza l’energia ricavata dal cibo per svolgere tutte le attività quotidiane (fisiche e mentali), per la digestione e per la pulizia del sistema. In particolare il processo di digestione, attraverso cui il corpo trasforma le sostanze ingerite in nutrimento per le cellule, può richiedere notevole quantità di energia. Se gli alimenti che assumiamo sono vitali e ben combinati, l’energia ricavata dal cibo supera quella utilizzata per la digestione. Viceversa, il corpo si ritrova con meno energia residua per le altre funzioni. Poichè biologicamente la sopravvivenza ha la priorità rispetto alla pulizia del sistema, la funzione di eliminazione delle tossine ne risulta compromessa. Ecco perchè è fondamentale adottare stili di vita e un’alimentazione che diano luogo a digestioni brevi e con poche scorie metaboliche (qui l’approfondimento sulle combinazioni alimentari).
Un altro aspetto da considerare è quello emotivo: se siamo preoccupati o in ansia togliamo energie alla digestione, perché per il nostro organismo preoccupazione equivale a sopravvivenza. Viceversa quando siamo tranquilli e l’apparato digerente è a riposo, il corpo può utilizzare l’energia per la pulizia del sistema: fegato, reni e polmoni si attivano quando non ci sono emergenze difensive o digestive.
Per approfondimenti: “La Tossiemia: causa primaria di malattia”, dottor J.H. Tilden, ed. Manca